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Serpenti
Osservare un serpente all'interno di un terrario in cui è riprodotto l'ambiente naturale di vita con temperatura e umidità controllate è un'esperienza interessante e oggi comune

I serpenti (o ofidi) sono rettili appartenenti all’ordine Squamata (lucertole, serpenti, anfisbene) e al superordine dei Lepidosauri (”rettili con le scaglie”).

Particolarità degli animali appartenenti a quest’ordine, come suggerisce il nome, è quello di possedere dei particolari annessi cutanei, le squame cornee. Esse altro non sono che zone maggiormente corneificate che poggiano su di un cuscinetto dermico, a seconda della forma che tale cuscinetto dermico assume avremo differenti tipologie di squame.

Affinché una squama sia funzionante deve essere composta da numerosi strati di cellule: alla base ci sarà una lamina basale a separare l’epidermide dal derma; uno strato germinativo sovrastante, dal quale deriverà uno strato epidermico più immaturo; ed infine uno strato epidermico esterno, maturo, estremamente cheratinizzato. Quest’ultimo strato verrà rinnovato a intervalli regolari tramite un processo che prende il nome di ecdisi (o muta). Nei Lepidosauri la muta è abbastanza drastica e porta alla perdita dell’intero strato epidermico più esterno, oramai ipercheratinizzato e rigido, in favore di una nuova pelle già pronta al di sotto di esso.

Pitone reale (Python regius)

Senza dubbio fra i più diffusi nelle case degli italiani. È un serpente costrittore appartenente alla famiglia dei Pitonidi, nativo dell’Africa centro-occidentale. È un animale crepuscolare-notturno, che spende la maggior parte del proprio tempo all’interno di tane e si nutre di piccoli roditori. Può raggiungere i 100-150cm di lunghezza. Sono animali di indole docile e particolarmente longevi: in cattività possono raggiungere i 30 anni.

I pitoni reali sono ovipari e raggiungono la maturità sessuale attorno ai 2-3 anni. La femmina effettua una muta pre-deposizione, vengono deposte circa 30 giorni dopo da 4 a 8 uova, che in natura la madre cova avvolgendo a spirale. La schiusa avviene dopo circa 2 mesi.

Ad oggi si conoscono più di 100 mutazioni genetiche (o Morph) di pitoni reali, pertanto al di fuori della tipica colorazione ancestrale è possibile apprezzare diverse varianti e combinazioni di pattern (es. pitone reale albino, pied spider…).

Terrario

I pitoni reali devono essere stabulati in solitaria. La vasca o teca dev’essere di dimensioni tali da permettere al serpente di termoregolarsi in maniera efficiente, mantenendo un certo grado di attività e spostandosi a proprio piacimento dalla zona più calda alla più fredda e viceversa. Dev’essere antifuga, con pareti preferibilmente lisce, facili da pulire e deve essere dotata di griglie di areazione. È importante fornire tane, poichè parliamo di un animale abbastanza timido e che anche in natura nelle praterie e nella savana trascorre buona parte del suo tempo rintanato. Da non dimenticare inoltre una vaschetta per l’acqua dove potersi immergere completamente, importante sia per l’abbeveramento che per assicurare un corretto grado di umidità.

È possibile scegliere fra diversi tipi di substrato. La carta ha il vantaggio di permettere una più semplice e accurata pulizia, poter controllare meglio la presenza di eventuali acari o monitorare le feci. È possibile utilizzare anche trucioli di faggio o aspen, assorbono feci e urati attenuando eventuali odori; la pulizia è più semplice sui singoli agglomerati che si creano con le deiezioni, mentre diventa più complesso il cambio totale che è comunque consigliabile effettuare regolarmente.

Temperatura e umidità

È fondamentale garantire un gradiente termico: la teca dovrà essere predisposta in modo tale da avere una zona calda (riscaldata artificialmente) e una a temperatura ambiente. Con i pitoni reali è sufficiente predisporre un tappetino riscaldante, collegato a un termostato, che copra circa la metà della superficie della teca. Devono essere garantiti circa 31°C al suolo nella zona calda. Il tappetino non deve MAI essere a diretto contatto con l’animale. In alternativa è possibile fare uso di lampade, evitando le infrarossi che infastidirebbero l’animale nelle ore notturne. Le lampade devono essere isolate, l’animale non deve poterci entrare in contatto per evitare gravi ustioni.

La teca deve avere un tasso di umidità attorno al 50-70%, tale da impedire che l’animale si disidrati e, soprattutto, consentire che il processo di ecdisi avvenga normalmente. È bene evitare tassi di umidità più alti, soprattutto in assenza di adeguato ricircolo, perchè possono predisporre a problematiche respiratorie. L’umidità può essere monitorata mediante l’uso di un igrometro.

Alimentazione

È bene abituare il proprio serpente, quando possibile, ad accettare esclusivamente prede morte. Il beneficio non è solo in termini di organizzazione per il proprietario, in quanto è indubbiamente più comodo avere la preda congelata ogni qual volta sia necessario piuttosto che un animale vivo, ma anche per quanto riguarda la salute del serpente stesso. I roditori vivi possono risultare pericolosi, essendo in grado di attaccare e ferire.

Bisogna fare attenzione alla qualità delle prede che si acquistano, evitando fornitori che alimentino i roditori con cibi eccessivamente grassi o troppo poveri di nutrienti. Va ricordato che quanto avrà mangiato e assimilato il roditore in vita sarà poi il nutrimento per il pitone post mortem. Se si fornisce alimento surgelato è necessario poi integrare vitamine (soprattutto del gruppo B) nella dieta per reintegrare la quota persa con il congelamento.

Fornire topi o ratti (in funzione anche della taglia dell’animale) la sera, in quanto parliamo di animali attivi la notte. L’animale dovrà consumare circa il 20% del proprio peso corporeo e la preda, se congelata, dovrà essere fornita opportunamente scongelata e riscaldata. Un pitone reale adulto può essere alimentato circa una volta al mese, tenendo conto che nel periodo invernale può sussistere un periodo di stop in cui rifiutano l’alimento. Soggetti più giovani necessitano di essere alimentati ogni circa 10 giorni, se baby anche una volta la settimana.

Determinazione del sesso

È bene abituare il proprio serpente, quando possibile, ad accettare esclusivamente prede morte. Il beneficio non è solo in termini di organizzazione per il proprietario, in quanto è indubbiamente più comodo avere la preda congelata ogni qual volta sia necessario piuttosto che un animale vivo, ma anche per quanto riguarda la salute del serpente stesso. I roditori vivi possono risultare pericolosi, essendo in grado di attaccare e ferire.

Bisogna fare attenzione alla qualità delle prede che si acquistano, evitando fornitori che alimentino i roditori con cibi eccessivamente grassi o troppo poveri di nutrienti. Va ricordato che quanto avrà mangiato e assimilato il roditore in vita sarà poi il nutrimento per il pitone post mortem. Se si fornisce alimento surgelato è necessario poi integrare vitamine (soprattutto del gruppo B) nella dieta per reintegrare la quota persa con il congelamento.

Fornire topi o ratti (in funzione anche della taglia dell’animale) la sera, in quanto parliamo di animali attivi la notte. L’animale dovrà consumare circa il 20% del proprio peso corporeo e la preda, se congelata, dovrà essere fornita opportunamente scongelata e riscaldata. Un pitone reale adulto può essere alimentato circa una volta al mese, tenendo conto che nel periodo invernale può sussistere un periodo di stop in cui rifiutano l’alimento. Soggetti più giovani necessitano di essere alimentati ogni circa 10 giorni, se baby anche una volta la settimana.

i maschi di Pitone Reale presentano due emipeni, organi copulatori posti ai lati della cloaca. Le femmine non presentano tali organi copulatori, bensì due ghiandole odorifere che pur avendo funzioni nettamente diverse impediscono la distinzione con gli emipeni e dunque il sessaggio su due piedi di questi animali. La differenza può esser decretata sondando l’apertura dello sbocco della ghiandola o dell’empipene: nel caso di un maschio, all’entrata della sonda nella tasca emipeniena quest’ultima raggiungerà una profondità maggiore; nella femmina entrando nello sbocco della ghiandola odorifera la sonda penetrerà in misura minore (pochi mm o cm). Tale pratica va effettuata da personale esperto, con sonde opportunamente disinfettate e lubrificate.

Documentazione

Il pitone reale è elencato in Appendice II CITES. È necessario possedere documento di cessione con dati relativi alla denuncia di nascita.

Serpente del grano (Pantherophis guttatus)

Ex Elaphe guttata. Il nome deriva dal fatto che spesso gli agricoltori rinvenivano esemplari di questa specie nei campi di granoturco, frumento o mais, venivano dunque apprezzati e utilizzati per il controllo dei roditori nelle derrate alimentari.

Parliamo di ofidi costrittori aglifi (sprovvisti di denti solcati) appartenenti alla Famiglia dei Colubridi. Sono originari degli Stati Uniti meridionali e di alcune zone del Nord-Est del Messico. Ha un’indole estremamente adattabile, pertanto abita una moltitudine di ambienti oltre alle sue aree di origine. Gli habitat temperati risultano essere di sua predilezione. È attivo principalmente al crepuscolo e nelle ore notturne e si nutre di piccoli roditori, rettili, anfibi. Può misurare fino a 150-180 cm di lunghezza e in cattività vivono all’incirca 10-20 anni.

I Pantherophis guttatus sono ovipari. Raggiungono la maturità sessuale attorno ai 2 anni. La femmina ad un mese dall’accoppiamento depone circa 12-14 uova, che si schiuderanno dopo circa 60-70gg. In natura la femmina depone fra detriti vegetali, in buche dove possa essere garantito il corretto tasso di umidità e temperatura.

È una specie ampiamente allevata, in virtù della sua indole docile e della semplicità nella riproduzione, il che li rende animali eccellenti anche per i neofiti che vogliono avvicinarsi a questo mondo. In cattività sono disponibili svariati Morph oltre alla nota colorazione ancestrale dai toni brillanti e aranciati.

Terrario

I Pantherophis guttatus devono essere stabulati in solitaria. La vasca o teca dev’essere di dimensioni tali da permettere al serpente di termoregolarsi in maniera efficiente, mantenendo un certo grado di attività e spostandosi a proprio piacimento dalla zona più calda alla più fredda e viceversa. Dev’essere antifuga, con pareti preferibilmente lisce, facili da pulire e deve essere dotata di griglie di areazione. È importante fornire tane e qualche ramo o sasso per farlo arrampicare: le serpi del grano sono animali semi-arboricoli che non disdegnato l’arrampicata su diversi tipi di materiali. Da non dimenticare inoltre una vaschetta per l’acqua dove potersi immergere completamente, importante sia per l’abbeveramento che per assicurare un corretto grado di umidità.

È possibile scegliere fra diversi tipi di substrato. La carta ha il vantaggio di permettere una più semplice e accurata pulizia, poter controllare meglio la presenza di eventuali acari o monitorare le feci. È possibile utilizzare anche trucioli di faggio o aspen, assorbono feci e urati attenuando eventuali odori; la pulizia è più semplice sui singoli agglomerati che si creano con le deiezioni, mentre diventa più complesso il cambio totale che è comunque consigliabile effettuare regolarmente.

Temperatura e umidità

È fondamentale garantire un gradiente termico: la teca dovrà essere predisposta in modo tale da avere una zona calda (riscaldata artificialmente) e una a temperatura ambiente. È sufficiente predisporre un tappetino riscaldante, collegato a un termostato. Il tappetino non deve MAI essere a diretto contatto con l’animale. In alternativa è possibile fare uso di lampade, evitando le infrarossi che infastidirebbero l’animale nelle ore notturne. Le lampade devono essere isolate, l’animale non deve poterci entrare in contatto per evitare gravi ustioni. Deve essere garantita una temperatura di 30-32°C nella zona calda e di 25°C nella zona fredda.

La teca deve avere un tasso di umidità attorno al 50-70%, tale da impedire che l’animale si disidrati e, soprattutto, consentire che il processo di ecdisi avvenga normalmente. È bene evitare tassi di umidità più alti, soprattutto in assenza di adeguato ricircolo, perchè possono predisporre a problematiche respiratorie. L’umidità può essere monitorata mediante l’uso di un igrometro.

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