Le patologie ortopediche negli uccelli sono frequenti. Incidenti e traumi con coinvolgimento dell’apparato scheletrico sono comuni in tutti gli ambienti. Così come avvengono in natura sono possibili durante il volo libero in voliera in gabbia o nell’ambiente domestico. La prevenzione è sempre la prioritaria, ma anche il proprietario più scrupoloso e attento può incappare in un incidente. Tra le patologie più frequenti abbiamo fratture di arti inferiori fratture dell’ala, fratture della cintura toracica (scapola clavicola coracoide). Non sono insolite patologie legate alle ossa del cranio in particolare a quelle legate al movimento del becco.
Una volta valutate le condizioni generali del paziente e dopo un dettagliato esame radiografico sarà proposto l’approccio o gli approcci terapeutici più indicati al caso specifico. Nella scelta del metodo di immobilizzazione della frattura vengono valutati tutti gli aspetti con l’obiettivo di fare sempre la scelta migliore per l’animale e per una completa restitutio ad integrum:
- età dell’animale
- Indole (pet selvatico…)
- Gravità della lesione
- Localizzazione anatomica
- Rapporto rischio/beneficio per ogni tipo di terapia proposta (bendaggio vs intervento)
- Qualità della vita dell’animale dopo la guarigione
- Disponibilità del proprietario ad affrontare eventuali costi
Le regole generali alla base della chirurgia ortopedica aviare sono le stesse che abbiamo citato per la chirurgia generale: esperienza, precisione, velocità. La nostra lunga esperienza nel campo e l’enorme casistica alle nostre spalle ci permette di vantare grandissima confidenza con le più avanzate procedure ortopediche in tutte le specie aviari. Siamo in grado di eseguite interventi ortopedici pazienti medio piccoli quando necessario.
Una delle metodiche ortopediche maggiormente utilizzata nei pazienti aviari è la fissazione esterna. Consiste nella stabilizzazione di monconi ossei attraverso l’inserimento di pin in acciaio (chiodi) che vengono poi stabilizzati attraverso una resina esterna che manterrà immobili i monconi fino alla formazione del callo osseo. Dopo la conferma radiografica della guarigione l’impianto viene rimosso e l’arto coinvolto torna al suo stato normale.